Deve in primo luogo garantire il suo massimo impegno a favore della coesione nazionale, promuovendo e difendendo la nostra identità ticinese. A Berna occorre ripetere in continuazione che “non è Svizzera, senza Ticino”. La visione è quindi nazionale con un’attenzione particolare per il cantone in cui si è eletti. Da parte mia, in questa prima legislatura, ho assunto un profilo basato sulla presenza, sul dinamismo, sulla determinazione e la credibilità. Quale minoranza dobbiamo impegnarci di più e su più fronti, con un’azione concreta che difenda gli interessi regionali in un’ottica di sviluppo nazionale. Non è localismo, ma tutela di una realtà minoritaria che è geograficamente ed economicamente esposta a problemi più acuti rispetto ad altre regioni. Non serve a nulla chiudersi e piangersi addosso in continuazione, strillare o limitarsi a porre domande stando poi silenti e passivi a Berna. Per contribuire alla gestione dei problemi e trovare delle soluzioni mirate anche per il Ticino serve un’azione concreta e continua al fronte. Come deputato ticinese credo che il percorso svizzero di successo – in un contesto internazionale in grande difficoltà con relative pressioni sul nostro Paese – possa continuare solo tutti uniti: con un Ticino più forte a livello nazionale. Meno coesione porta a maggiore vulnerabilità.
Come giudica la sua attività alle Camere in quest’ultimo quadriennio? Ci faccia un bilancio.
Un bilancio sul mio impegno lo devono fare gli elettori in queste settimane. Il 18 ottobre – dandomi o meno il voto – decideranno se devo continuare a operare per il Ticino e la Svizzera a Palazzo federale. Nella Commissione delle istituzioni politiche e in quella della Sicurezza ho agito concretamente su numerosi dossier con una rilevanza particolare anche per il Ticino. Talune mie proposte sono state accettate, una soddisfazione nella prima legislatura, mentre per altre è necessario convincere ulteriormente. Per avere successo servono maggioranze che si costruiscono lavorando, dimostrando competenza e guadagnando credibilità. Una seconda legislatura mi permetterebbe di portare avanti con ancora più forza molti dossier aperti. Penso alle misure per tutelare il mercato del lavoro, al miglioramento della sicurezza, alla difesa dell’italianità in Svizzera. Una Svizzera vincente deve restare a misura di famiglia e solida nei suoi valori.