Immagino che pochi cittadini, sottoscritto compreso, aprano con piacere la busta contenente il premio di cassa malati. Il controllo dell’evoluzione dei costi della salute sarà una sfida centrale per i prossimi decenni. È una problematica pesante che attanaglia numerose famiglie e che ha un carico rilevante anche sulle spese dell’ente pubblico, cantone in primis. Gli attori del sistema sono numerosi e gli interessi molto spesso divergenti. I veti incrociati bloccano numerose riforme. Abbiamo un sistema sanitario d’eccellenza sia a livello qualitativo sia in termini di diffusione capillare sul territorio. La politica sanitaria è un grande cantiere aperto e con frequenza il Popolo è stato, e sarà, chiamato alle urne. Forse ancora quest’anno voteremo sul sistema dell’assicurazione malattia. E’ infatti pendente l’iniziativa popolare “per una cassa malati pubblica”. Il Consiglio Nazionale ha discusso e respinto ieri il progetto con 124 voti contro 61 e 1 astenuto. Il Consiglio degli Stati ha fatto altrettanto nel dicembre 2013. Le Camere federali raccomandano dunque al Popolo di respingere la proposta di creare una cassa unica pubblica, come già successo tre volte negli ultimi 11 anni.
La sensazione potrebbe essere ingiustamente quella di una politica che non vuole fermare la crescita incessante dei premi di cassa malati. Non è affatto vero! Numerose decisioni prese, anche negli scorsi giorni, vanno nella direzione opposta. Cassa unica non significa premi bassi. E’ una ricetta molto semplice e promettente, che non produrrebbe i risultati promessi. Per controllare e abbassare i costi della salute serve un mix coordinato di regolamentazione statale e di concorrenza tra attori privati. L’offerta e la richiesta di prestazioni sanitarie cresce, nel contempo la popolazione invecchia. Con la discussione sulla cassa unica non si affrontano i reali problemi. Non si curano direttamente le cause e le conseguenze del “male” (l’aumento dei costi), ma solo un presunto sintomo. Non esistono miracoli in politica sanitaria. La cassa unica scatenerebbe una rivoluzione inutile e controproducente. In quest’ottica l’argomento secondo cui con una cassa unica si risparmierebbero milioni nei costi amministrativi è totalmente infondato e ipotetico. Questi costi, necessari in qualsiasi realtà, ammontano nel complesso a solo circa il cinque percento. Anche i presunti potenziali risparmi nei costi per marketing e pubblicità sono un argomento inconsistente, perché i proventi dell’assicurazione di base non possono essere destinati a tale attività.
La cassa unica eliminerebbe la concorrenza tra gli assicuratori. I cittadini sarebbero “clienti forzati” senza alcuna possibilità di scelta orientata al risparmio e al cambiamento. Creeremmo un sistema bloccato e monolitico, senza freni nei costi. Respingendo la cassa unica, vogliamo un sistema funzionante e trasparente con una reale concorrenza tra i vari assicuratori. Rallegrandomi del NO sancito dal Consiglio nazionale, spero che il Popolo comprenda la pericolosità del progetto di cassa unica. Come cittadino-politico, senza legami di interesse a casse malati, desidero pagare premi corretti e ottenere prestazioni di qualità.
Opinione pubblicata su Giornale del Popolo, 06.03.2014