Immaginiamo che nel giro di pochi anni tutti i docenti attivi nelle scuole dell’infanzia, nelle scuole elementari, nelle scuole medie, nei licei e nelle scuole medie superiori vogliano divenire solo ed esclusivamente professori universitari. Ambizione legittima, ma il sistema scolastico svizzero si troverebbe confrontato a un grave problema strutturale. In un sistema costruito “a piramide” il raggiungimento dell’eccellenza, penso alla formazione universitaria, è possibile solo se nel percorso vi è una forte e valida presenza di elementi di base. Si tratta di un esempio portato all’estremo, ma quanto vale per il mondo della formazione si può, per analogia strutturale, traslare al mondo sanitario nazionale e cantonale. Senza docenti che offrono una formazione di base non si può sviluppare un sistema formativo completo e un mondo accademico d’eccellenza. Senza la medicina di base, senza i medici di famiglia, il sistema sanitario diviene instabile e inefficace. Viene meno la base di contatto con il cittadino-paziente.
La problematica è reale e impone una riflessione politica a livello nazionale. Vogliamo solo medici specialisti? Vogliamo un sistema in cui il cittadino, sua sponte e a seguito di una propria diagnosi soggettiva, si rivolge direttamente allo specialista che reputa fare al caso proprio? Vogliamo perdere la tradizione del medico di famiglia? Vogliamo perdere la medicina radicata nel territorio che abbina alla parte scientifica del lavoro quella del contatto umano? Personalmente non lo voglio e non credo sia nell’interesse del Paese. L’iniziativa popolare “Sì alla medicina di famiglia” offre una risposta a queste domande. In Svizzera vi è una necessità di affrontare queste problematiche, troppo spesso marginalizzate in un dibattito sulla politica sanitaria limitato quasi esclusivamente alla questione finanziaria. Parliamo di salute, di cittadini che svolgono una professione che combina scienza e contatto umano; non solo di costi.
La statistica parla chiaro, se vogliamo preservare l’attuale sistema, che vede alla base della piramide i medici di famiglia, in Svizzera necessitiamo di oltre 4’500 nuovi medici di famiglia entro il 2025. In generale nel nostro Paese manca personale medico in tutti gli ambiti e nel contempo vi è una legittima tendenza alla medicina specialistica. Si diffonde l’idea che sia meglio fare lo specialista piuttosto che il medico di famiglia, magari in una Valle di periferia. Pe quali motivi? Il prestigio accademico, le possibilità di carriera, la tipologia e gli orari di lavoro e, elemento non irrilevante, il reddito. Il medico di famiglia è oggi una professione oggettivamente meno attrattiva rispetto al medico specialista. Si potrebbe relativizzare il problema, se il medico di famiglia non fosse il cardine, la base della piramide del nostro sistema sanitario. L’iniziativa popolare federale “Sì alla medicina di famiglia” centra quindi la problematica. Chiede a Confederazione e Cantoni di salvaguardare e di promuovere la medicina di famiglia, quale elemento essenziale delle cure di base, prima risorsa per la cura di malattie e infortuni e anche attore principale per l’educazione della popolazione alla salute e alla prevenzione delle malattie. Confederazione e Cantoni devono perseguire una ripartizione regionale equilibrata creando condizioni favorevoli all’esercizio della medicina di famiglia e promuovendo la collaborazione con gli altri fornitori di prestazioni e le istituzioni del sistema sanitario e sociale. La discussione odierna si concentra sull’iniziativa e su di un controprogetto diretto. Personalmente sosterrò in questa votazione sia l’iniziativa sia il controprogetto, auspicando che nel corso dei prossimi mesi si trovi una soluzione unica con il consenso degli iniziativisti tanto da indurli a ritirare l’iniziativa a favore di un progetto legislativo che risponda alle necessità della medicina di famiglia. Spero che il progetto di masterplan in corso porti ad un risultato condiviso. Presentare in votazione popolare una sola proposta sarebbe un segnale importante sia per le cittadine e i cittadini sia per i medici di famiglia che meritano una risposta solida alle preoccupazioni. Occorre investire a favore e nella medicina di famiglia. Non servono solo modifiche legislative, ma una reale volontà di preservare il nostro sistema piramidale, accompagnata da investimenti.
Intervento in Consiglio Nazionale, 06.03.2013