Il Consiglio nazionale ha approvato giovedì scorso, con 102 voti a 74 e 1 astenuto, un’iniziativa cantonale del Canton Argovia che chiede di eliminare senza indugio la discriminazione delle coppie sposate e delle coppie in unione domestica registrata rispetto ai concubini, sia sotto il profilo fiscale sia sotto il profilo delle assicurazioni sociali. “Di nuovo”, dirà chi segue attentamente la politica nazionale. Il Parlamento chiede infatti ancora una volta al Governo di sanare una distorsione fiscale già “denunciata” dal Tribunale federale nel 1984. Per anni le Camere federali hanno fatto melina tanto da costringere il PPD a promuovere un’iniziativa popolare.
È inaccettabile e inammissibile che una coppia dopo il matrimonio o l’unione domestica registrata paghi più imposte rispetto al momento in cui era concubina. Il matrimonio è fiscalmente penalizzato. Negli anni è stato apportato qualche correttivo nei Cantoni, ma la problematica è tutt’altro che risolta.
Nel 2016 il Popolo ha con uno scarto ridottissimo respinto l’iniziativa popolare PPD volta a sanare la penalizzazione. La maggioranza dei Cantoni approvò il testo, ma il Popolo la respinse dopo una campagna in cui vi fu un’abile esasperazione del testo in votazione.Di recente è emerso che questa votazione è stata pesantemente viziata da un grave errore dell’Amministrazione federale. Tanto il dibattito parlamentare quanto quello popolare precedente il voto si fondarono su di una cifra nettamente errata di persone, e quindi coppie, toccate dalla disparità. Le “solo 80’000 coppie”, tanto citate da chi ha combattuto la modifica proposta, sono nella realtà 454 mila; il quintuplo. Aggiungendo anche i pensionati si arriva a 704 mila coppie, oltre 1,4 milioni di cittadini.
L’errore è crasso. Il Tribunale federale l’ha riconosciuto annullando il voto. Una primizia nella storia della nostra democrazia. Una situazione che non deve compromettere la credibilità delle nostre istituzioni e mettere in discussione la solidità del nostro sistema di iniziative e referendum. Va confermato che si tratta di un caso eccezionale e che soprattutto sono previste tutte le misure necessarie affinché in futuro i dati ufficiali siano verificati a fondo.
Attendiamo le motivazioni dei giudici di Mon Repos. Il Consiglio federale dovrà quindi agire con coerenza e celerità. La volontà parlamentare è stata nuovamente espressa con il voto sull’iniziativa cantonale argoviese. È ora di procedere senza esitazione ed eliminare questa distorsione fiscale. La soluzione è sul tavolo, già concretizzata in molti Cantoni.
Per perdere ulteriore tempo altri partiti puntano sulla tassazione individuale, di fatto l’eliminazione della tassazione congiunta. Non dicono però che il cambiamento comporterebbe per le amministrazioni fiscali cantonali un maggior onere amministrativo e finanziario dovuto alle 1,6 milioni di dichiarazioni d’imposta supplementari. Un mostro burocratico non necessario e di nuovo delegittimante l’istituzione del matrimonio. In Germania, dove si può scegliere la forma d’imposizione, il 92% delle coppie opta per l’imposizione congiunta. Si elimini la penalizzazione fiscale del matrimonio, in tempi rapidi e senza complicazioni aggiuntive per le famiglie!
Opinione pubblicata su La Regione, 11.05.2019