Nelle scorse settimane la Svizzera ha vissuto nuovi eventi violenti legati all’hooliganismo sportivo. I fatti di Zurigo e nel recente passato di Basilea sono tanto deplorevoli, quanto squallidi. Non esiste un diritto alla violenza pubblica nell’ambito del tifo sportivo. Fenomeni del genere si ripetono con una frequenza allarmante in Svizzera e occasionalmente anche in Ticino. I costi per la comunità sono ingenti e inutili. Che spreco! Pensiamo alle decine di poliziotti impiegati, alla riparazione dei danni, ai costi assicurativi, ecc. Il tutto per cosa? Per sostenere e “difendere” questa o quell’altra squadra del cuore? No, semplicemente per ignoranza e mancanza di rispetto per le istituzioni. La “voglia di distruzione” non fa parte della cultura del nostro Paese e va estinta alla radice.
Da parte della Confederazione e dei Cantoni, in stretta collaborazione con le società sportive, è lecito attendersi maggiore determinazione e incisività per reprimere totalmente e nel giro di pochi anni l’hooliganismo. Oggi chi compie disastri non è chiamato immediatamente e direttamente a pagare i costi che crea alla comunità. Un errore.
Nell’ambito della repressione è importante impiegare tutto il personale di polizia a disposizione. Con grande flessibilità ed efficacia vanno messe in campo le forze necessarie per arginare l’azione dei giovani facinorosi. Il costo per la comunità sarà elevato, ma se necessario dobbiamo temporaneamente rafforzare gli effettivi di polizia.
Ma prioritario è punire pesantemente chi prende parte alle azioni devastatrici. Sanzioni immediate e dure devono “raddrizzare” i giovani che tendono all’hooliganismo. I giovani sotto i 25 anni e i minorenni devono comparire immediatamente di fronte a un giudice. Occorre comminare loro pene detentive e chiamarli direttamente e subito al pagamento dei costi dei danni creati. I divieti d’accesso agli stadi e alle zone circostanti devono essere applicati con rigore. Chi non li rispetta deve essere perseguito penalmente. Il mascheramento è da punire con multe. Chi va allo stadio non ha bisogno di nascondersi o di celare il proprio viso.
L’hooliganismo è una messa in pericolo dell’ordine pubblico e dell’intera comunità. Le pene sospese condizionalmente o le pene pecuniarie non hanno mostrato effetto deterrente e repressivo. Chi crea violenza inutile deve quindi pagare con un’immediata pena detentiva. Per i giovanissimi è da prendere in considerazione anche il lavoro di pubblica utilità.
Se guido e passo con il rosso, pago una multa. Se giro per la città e distruggo tutto quanto trovo, no. A pagare è la comunità intera. In aggiunta al perseguimento penale occorre quindi riflettere sulla possibilità di chiamare immediatamente al pagamento di una sanzione amministrativa chi si impegna in azioni di violenza pubblica.
L’hooliganismo è un fenomeno da estirpare dalla Svizzera. La prevenzione ha fallito, la violenza cresce, lo Stato deve ora agire duramente.
Marco Romano