120’161 cittadine e cittadini svizzeri hanno firmato l’iniziativa popolare “Per il matrimonio e la famiglia – Basta discriminazioni per le coppie sposate” promossa dal PPD. Diversi milioni di cittadini residenti in Svizzera, anche se non hanno avuto modo di firmare questa iniziativa, sono oggi svantaggiati fiscalmente perché sposati. Questa iniziativa concerne in sostanza tutte le famiglie svizzere, escluse quelle che non pagano imposte e sono quindi già al beneficio di aiuti statali. E’ stato necessario lanciare un’iniziativa popolare perché da anni le Istituzioni federali si fanno beffa di una sentenza del Tribunale federale che, nel 1984, aveva confermato il valore discriminatorio dell’attuale legislazione.Quest’iniziativa chiede sostanzialmente di eliminare gli svantaggi per le coppie coniugate rispetto alle persone che convivono in concubinato, sia nella fiscalità che nelle assicurazioni sociali. In pratica oggi, ingiustamente, una coppia che si sposa paga più imposte rispetto al momento in cui conviveva non ancora sposata. Nel contempo una coppia di anziani coniugata riceve meno AVS di quanto potrebbe ricevere se non fosse unita da matrimonio. Una situazione anticostituzionale, assurda, incomprensibile e assolutamente pericolosa per l’istituto del matrimonio. Si tratta di un vero e proprio disincentivo allo sposarsi. Un’ingiustizia a cui le Istituzioni fanno orecchie da mercante da decenni.
Una circostanza inconcepibile, riconosciuta già da una sentenza del Tribunale federale datata 1984. Non l’anno scorso, ma trenta anni fa, nel 1984! Da trent’anni la Confederazione, il Consiglio federale e la maggioranza di questo Parlamento, trovano scuse per non correggere questa discriminazione.
Una coppia sposata non deve pagare più imposte di quando non lo era. L’odierna situazione è disincentivante! Lo ammette il Consiglio federale medesimo nel messaggio, cito: “Il diritto fiscale non dovrebbe influenzare il contribuente nella sua scelta del modello di famiglia o di vita, bensì ripercuotersi in modo il più possibile neutrale sulle diverse costellazioni di convivenza. Oggi questo non è ancora il caso per l’imposta federale diretta in tutti i settori”.
Verosimilmente oggi in questa sala prevarrà una maggioranza che raccomanda ahimè di respingere l’iniziativa, probabilmente a favore di un controprogetto che nulla ha a che fare con la proposta del PPD. Pur di non accettare questa iniziativa, che in maniera semplice e diretta pone fine alla discriminazione fiscale delle coppie sposate, si è inventato un controprogetto politico. Per perdere tempo e svincolare dall’iniziativa, si propone una riforma radicale del nostro sistema fiscale che necessiterà anni per eventualmente essere messa in vigore. Non è quindi una risposta all’iniziativa PPD, ma una furbata per distogliere l’attenzione dal reale problema da risolvere.
Sono certo che il Popolo sconfesserà la maggioranza del Parlamento. Numerosi schieramenti politici in questa sala si professano in teoria impegnati per le famiglie. Se guardiamo solo alla corrente legislature abbiamo avuto sui nostri tavoli numerose proposte. Troppo spesso non si trovano maggioranze perché il singolo progetto proviene da un Partito piuttosto che dal proprio, perché la misura proposta comporta dei costi o perché si ritiene che quanto in discussione non vada a favore di tutti i modelli di famiglia.
Quest’iniziativa ha un costo, ma è un prezzo – sopportabile – necessario a eliminare una discriminazione. Quest’iniziativa concerne di principio tutte le famiglie poiché soggetti fiscali. Dire no a quest’iniziativa perché promossa dal PPD è sterile partitocrazia. E allora perché opporsi con un controprogetto? Se volete fare altre riforme portatele avanti parallelamente, ma non utilizzatele per frenare questa iniziativa.
In conclusione, ben sapendo come voterà questo Consiglio, invito le cittadine e i cittadini svizzeri, le famiglie ma anche i single, ad approvare l’iniziativa popolare del PPD, respingendo il controprogetto fumoso. La famiglia è un investimento, non un costo. Dopo trenta anni è ora di eliminare la discriminazione fiscale del matrimonio.
Intervento in Consiglio Nazionale, 10.12.2014