(editoriale Popolo e Libertà, 15.07.2011)
Mensilmente il settore turistico per qualche giorno diviene oggetto di discussione, spesso polemica. Ad attirare l’attenzione è solitamente la pubblicazione dei principali indicatori del settore, tra i quali il numero dei pernottamenti. La scorsa settimana i riflettori mediatici hanno poi illuminato l’assemblea annuale di Ticino Turismo. I dati parlano chiaro. Il numero di turisti che soggiorna nel nostro Cantone è notevolmente più basso rispetto al potenziale di cui disponiamo. Il trend generale è negativo.
Che il Ticino sia terra di turismo è percepito dai visitatori, mentre è negletto da una larga fetta di cittadine e cittadini del nostro Cantone. Un paradosso tutto, e forse, tipicamente ticinese.
Un’analisi svolta da Svizzera Turismo nel 2007 ha evidenziato i vantaggi e gli svantaggi concorrenziali del Ticino quale destinazione turistica. Punti di forza risultano essere il clima nettamente migliore al resto della Svizzera, le risorse idriche (fiumi e laghi), il cosiddetto fascino meridionale e la gastronomia. Punti deboli e problematici sono il traffico caotico e la raggiungibilità difficoltosa (anche con i mezzi pubblici), la scarsa ospitalità, così come il livello qualitativo e quantitativo di alloggi e servizi.
Questa fotografia analitica della realtà non è sufficientemente percepita dall’opinione pubblica cantonale. Quale causa dei malanni del turismo cantonale si tende infatti spesso a richiamare – troppo facilmente ed esclusivamente – l’operato dell’Ente cantonale del turismo. Quasi che tutto dipendesse dall’ente cantonale o da quelli regionali.
Gli elementi chiave per fare del turismo un vettore solido e diffuso per l’economia cantonale sono numerosi e variegati. Per l’ottenimento di una costellazione positiva è necessaria la partecipazione di più attori pubblici e privati. Il prodotto è la somma di tutti gli elementi e ogni attore coinvolto deve operare per migliorare le condizioni quadro.
Occorre innanzitutto che l’ente pubblico intervenga per portare soluzioni reali ai problemi di mobilità che penalizzano fortemente il Ticino. In questo ambito sono prioritari il completamento del collegamento stradale del San Gottardo alfine di evitare un prolungato isolamento, l’apertura di Alptransit, il collegamento autostradale del Locarnese, così come misure pratiche per migliorare la fluidità del traffico e la mobilità pubblica nel Malcantone e nel Mendrisiotto.
Parimenti il privato deve comprendere che innovazione e dinamismo sono elementi centrali anche nel turismo. Le strutture devono essere moderne e attrattive, mentre i servizi devono rivelarsi completi, di qualità ed efficienti.
Ma la vera chiave di volta dev’essere un globale cambiamento di mentalità e di approccio da parte della popolazione residente. Come ogni attività economica anche il turismo genera effetti collaterali non sempre positivi. Ma se vogliamo un Ticino terra di turismo bisogna comprendere alcuni concetti. Il turista è fonte di ricchezza, non di problemi. Il turismo rappresenta un fattore di crescita per il nostro Cantone, non una fastidiosa attività.
Ticino Turismo è un ente cantonale che con le risorse a disposizione si occupa di sostenere attivamente la destinazione Ticino. Non è l’istituzione chiamata a risolvere esclusivamente tutti i problemi legati allo sviluppo del settore. Questo spetta anche a chi gestisce la cosa pubblica (Cantone e Comuni) e a tutti noi.
Marco Romano, segretario cantonale
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