L’iniziativa popolare promossa dalla fondazione Helvetia Nostra intitolata “Basta con la costruzione sfrenata di abitazioni secondarie!” vuole limitare, indistintamente in ogni Comune svizzero, la percentuale di residenze secondarie. La quota massima è fissata casualmente al 20%. Il tema è rilevante e i promotori della raccolta di firme hanno il merito di aver aperto una discussione importante. Soprattutto nei Comuni di montagna, località turistiche piú o meno sviluppate, si è assistito negli anni scorsi a un marcato aumento di residenze utilizzate esclusivamente a scopo di vacanza. Queste realtà portano benefici alle comunità locali (turismo, consumi, introiti indiretti, ecc.), ma se raggiungono proporzioni eccessive si rivelano pericolose e causa di numerosi inconvenienti. Si pensi all’aumento generalizzato dei prezzi dei terreni, alla perdita di identità locale e ai costi generati in infrastrutture non sufficientemente coperti da introiti fiscali (rifiuti, strade, canalizzazioni, ecc.). Personalmente sono contrario all’iniziativa. Ricordo che anche il Consiglio federale e il Parlamento raccomandano di respingere l’iniziativa. Invito a votare un chiaro NO dopo aver riflettuto sulla tematica.
Voler risolvere il problema a livello federale ponendo una percentuale casuale valida per tutte le regioni della Svizzera è un grave errore. La pianificazione territoriale è soprattutto competenza cantonale e comunale. Con questa iniziativa si bistratta il diritto e le iniziative locali. Ogni Cantone ha una propria geografia, ha avuto un proprio sviluppo e nei prossimi anni è confrontato a sfide locali. Si tratta di una proposta troppo restrittiva che limiterà pesantemente le competenze dei Cantoni e non terrà conto di realtà regionali particolari. Questi diktat imposti a livello nazionale non fanno parte della nostra tradizione e sono proposte che danneggiano l’essenza medesima del federalismo.
Le odierne situazioni critiche in alcune località possono essere combattute con efficacia e tempestività grazie alla Legge sulla pianificazione del territorio. I Cantoni e i Comuni hanno compreso la problematica e nelle regioni sensibili sono già state prese misure a tutela delle residenze primarie per evitare la proliferazione incontrollata di residenze secondarie.
Se dovesse essere accettata, l’iniziativa danneggerà direttamente il turismo, risorsa fondamentale, incompresa dai promotori, per numerosi comprensori del nostro Paese.
Tocca a Cantoni e Comuni regolare la coesistenza di residenze primarie e secondarie, fissare limiti dove necessario e creare quel mix essenziale affinché soprattutto le località turistiche di montagna possano sviluppare un turismo sostenibile e pienamente integrato nella realtà locale. Votiamo NO per difendere i diritti di Cantoni e Comuni. Quest’iniziativa dimentica che la Svizzera è un puzzle vincente anche grazie alle sue differenze e peculiarità regionali.
Marco Romano, consigliere nazionale e segretario cantonale PPD