Dieci domande poco ‘politiche’ per conoscere da vicino i due candidati alla carica di sindaco della Città. Dopo Cavadini è la volta di Romano. Nel confronto, testa a testa, fra i due aspiranti sindaco di Mendrisio, ecco che dopo Samuele Cavadini (cfr. ‘laRegione’ di ieri) tocca a Marco Romano, l’uomo del Ppd, sottoporsi alla nostra versione del ‘Questionario di Proust’ in salsa mendrisiense. Un esercizio al quale, nel tempo, non si sono peraltro sottratti neppure grandi nomi della cultura e dell’arte europea, come Oscar Wilde, Arthur Conan Doyle, Mallarmé o Cézanne. Prima, quindi, di mettere faccia a faccia i candidati rappresentanti di due dei partiti storici – che si sono alternati nei decenni alla guida del capoluogo (oggi Città di dieci quartieri) – sui nodi politici che premono sulla Città, abbiamo cercato di indagare la loro personalità con una serie di dieci domande. Ai lettorielettori, a questo punto, leggere pure fra le righe e tirare le conclusioni, soprattutto in vista del voto del 27 maggio prossimo. Ecco, qui di seguito , le risposte di Marco Romano, il volto che il Ppd vede come successore di Carlo Croci e con il quale punta a mantenere posizioni e sindacato.
Qual è il tratto principale del suo carattere?
Dedizione e organizzazione. La domanda andrebbe ai cittadini, che mi hanno onorato del loro sostegno e che ringrazio di cuore per le esperienze che mi permettono di vivere.
Qual è la prima qualità di un sindaco?
Volontà e capacità di ascoltare, di condividere e di guidare verso azioni concrete il Municipio; tutto condito da disponibilità ed efficienza.
Qual è il difetto che un sindaco non deve avere?
Incapacità di decidere e di dire, quando necessario, di no, motivandolo.
Qual è il primo tema di cui si occuperà da sindaco?
Fare in modo che il Municipio lavori dinamico, coeso e produca idee, progetti e soluzioni. Lo scontro partitico limita e blocca.
Quale sogno/desiderio vorrebbe esaudire per Mendrisio?
Il traffico di transito fuori dai quartieri, incanalato solo lungo le strade nazionali e sul trasporto pubblico. Abbiamo unito i quartieri per viverli e non per bloccarli.
C’è qualcosa che la preoccupa per il futuro?
Il mercato del lavoro, la capacità di offri- re lavoro alla gioventù locale, nonché sicurezza e opportunità alle fasce deboli.
Qual è l’angolo che preferisce della Città?
Il nucleo storico del Borgo e le Cantine, dove trascorro i momenti liberi con mia moglie e mia figlia, e con gli amici.
C’è un aspetto, un luogo di Mendrisio che cambierebbe?
Il comparto di Valera e gli spazi pubblici lungo il Laveggio, da recuperare e valorizzare.
C’è un aspetto, un luogo di Mendrisio che non cambierebbe mai?
Lo spirito della gente, le nostre tradizioni secolari e tutti quei momenti che uniscono la comunità, rafforzando di conseguenza il tessuto sociale e la spontaneità.
Qual è il suo motto?
Ogni problema ha una soluzione.
Intervista di Daniela Carugati su LaRegione, 27.04.2018