Il PPD vuole finalmente arrivare a un progetto condiviso, capace di dare seguito al fondamento del nuovo articolo 121a della Costituzione, cito il capoverso 1 “La Svizzera gestisce autonomamente l’immigrazione degli stranieri”. Il PPD vuole finalmente porre fine all’incertezza giuridica, ma anche politica, estremamente dannosa per il tessuto socioeconomico che vige ormai da oltre due anni. Il PPD vuole un’attuazione responsabile, capace di coniugare i vari interessi in gioco. Il PPD vuole un costrutto legislativo che permetta di gestire autonomamente l’immigrazione, non bloccarla integralmente, là dove genera problemi e distorsioni soprattutto nel mercato del lavoro, nel rispetto dei principi cardine della Costituzione e senza compromettere integralmente i rapporti bilaterali con l’Unione Europea. E’ una quadratura del cerchio possibile, un esercizio politico di responsabilità. Il progetto uscito dalla Commissione delle istituzioni politiche non ci soddisfa globalmente, va ancora perfezionato (si “possono stringere i bulloni”), ma è comunque accettabile al contrario di quanto prodotto dal Consiglio federale.
Il PPD presenta inoltre 3 emendamenti che permettono di aumentare il grado di autonomia nella gestione dell’immigrazione per il tramite di un meccanismo già noto all’Unione europea. Ci rifacciamo infatti all’articolo 14, nello specifico il capoverso 2, dell’accordo sulla libera circolazione che, in relazione al nuovo articolo 121a della Costituzione, necessita di essere interpretato concretamente. La Svizzera per volontà popolare e a tutela delle proprie condizioni quadro è legittimata a gestire autonomamente l’immigrazione, soprattutto nel mercato del lavoro, con misure mirate, nelle regioni dove emergono distorsioni, limitate nel tempo e per settore. E’ quanto auspicato dai Cantoni e dalle associazioni economiche. Grazie al PPD questo progetto contempla un articolo specifico dedicato ai frontalieri. Sarà possibile intervenire là dove l’afflusso genera distorsioni. Un approccio federalista, misure necessarie in Ticino non lo sono per forza anche a Basilea.
Il PPD invita il Consiglio federale a cambiare atteggiamento verso l’Europa. Serve maggiore determinazione e orgoglio. All’arroganza di Bruxelles bisogna rispondere con i fatti. Si tracci una linea rossa, il processo legislativo è nazionale, non è accettabile farsi porre condizioni che nemmeno gli Stati membri adempiono pienamente. Il PPD invita il Consiglio federale a cessare ogni trattativa fintanto che l’UE insiste a legare questo progetto all’accordo quadro istituzionale. Parliamo di gestione della migrazione, da migliorare nei casi in cui crea distorsioni, e non di un accordo quadro. Vogliamo rispettare gli accordi alla luce dell’evoluzione legislativa.
Die CVP fordert den Bundesrat auf, sich gegenüber der EU entschlossener zu positionieren. Wo ist das Schweizer Selbstbewusstsein? Die Schweiz konkretisiert mit diesem Projekt eine neue Verfassungsbestimmung und tut es auf einer Schiene, die bereits unbestritten von der EU akzeptiert ist: Dem Artikel 14 FZA. Das Schweizer Volk und die Institutionen wollen die Einwanderung selbständig steuern. Darauf haben sie ein Anrecht! Mit dieser Vorlage haben wir eine zielführende und pragmatische Lösung. Sie sieht die Möglichkeit vor, dort einzugreifen, wo Probleme auftreten – vor allem im Arbeitsmarkt. Und dies, wie von den Kantonen und der Wirtschaft gewünscht, zeitlich befristet, regional und auf einzelne Berufsgruppen bezogen. Als Beispiel ist hier die Bestimmung zu den Grenzgängern zu erwähnen, die dank der CVP eingefügt wurde. Diese ermöglicht beispielsweise, im Tessin die notwendigen Massnahmen zu ergreifen, ohne dass sie in Basel auch zwingend gelten müssen. Föderalistisch und pragmatisch erhält die Schweiz den Handlungsspielraum, um bei Verzerrungen im Arbeitsmarkt die Einwanderung selbständig zu steuern, ohne dass dieses System dem FZA widerspricht. Für die CVP gibt es keine direkte Verbindung zwischen dieser Vorlage und dem Rahmenabkommen mit der EU. Wenn die EU mit Arroganz weiter diese Verbindung fordert, muss die Schweiz die Verhandlungen sofort stoppen. Die zur Diskussion stehende Vorlage ist nationale Gesetzgebung. Wir haben Anrecht auf eine autonome Lösung und respektieren unsere internationalen Verpflichtungen. Wenn es ein Land gibt, das sich an die Verträge hält, dann ist es die Schweiz. Diese Vorlage setzt den Volkswillen um – also die eigenständige Steuerung -, sie legt unsere Wirtschaft nicht lahm und setzt unsere Beziehungen mit der EU nicht aufs Spiel.
Intervento in Consiglio nazionale, 21.09.2016