La discussione sul risanamento del tunnel autostradale del San Gottardo si sta avviando verso la fase decisiva. Come noto, il tunnel dovrà essere completamente risanato attorno al 2025 per migliorarne la sicurezza e adattare la struttura alle direttive vigenti. Se non sarà precedentemente realizzata una seconda canna sostitutiva, i lavori comporteranno una chiusura totale di almeno 900 giorni. Le autorità federali hanno approfondito varie varianti per la gestione sia del traffico pesante (circa 1,2 milioni di camion) sia del traffico leggero (6 milioni tra autovetture e bus) durante la chiusura triennale.
Per la gestione del traffico pesante le autorità federali propongono la creazione di una navetta da Biasca a Rynächt (nei pressi di Erstfeld), ossia di un’autostrada viaggiante su cui caricare tutti i camion in transito. Il progetto è controverso, tanto che da parte urana è già partita una raccolta di firme per evitare l’occupazione del sedime necessario alla struttura. Ma soprattutto appaiono illogici sia il costo della struttura sia la durata di vita della navetta che a detta della Confederazione sarà totalmente smantellata terminati i lavori di risanamento del tunnel stradale del San Gottardo. Il terminale prevede sei binari, più strade d’accesso, aree di sosta per 75 camion (equivalente del carico di tre navette) e impianti tecnici per un totale di circa 78’000 m2, più aree d’attesa per circa 3 km sulla corsia d’emergenza della A2.
L’investimento complessivo è stimato attorno al miliardo di franchi. Ma le domande di fondo, alle quali non viene data risposta e alle quali si cerca di sviare, sono: la struttura sarà smontata dopo la riapertura del tunnel oppure – con l’argomento dell’ingente investimento realizzato – sarà mantenuta? In questo modo non si vanifica il trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia sul percorso Chiasso-Biasca? Il Ticino viene tranciato orizzontalmente in due?
Ipotizzando che le navette funzionino, si terrà nel cassetto il completamento di AlpTransit a sud di Lugano e il Mendrisiotto sarà definitivamente condannato e invaso dal traffico pesante?
Chi pensa di proporre una soluzione ecologica con le navette in partenza da Biasca sta invece dimenticando l’intero Ticino e progettando soprattutto un Mendrisiotto ancora più inquinato?
Con le informazioni attualmente a disposizione non vi sono garanzie che il progetto è sostenibile e soprattutto limitato nel tempo. A subirne le conseguenze saranno il Mendrisiotto, il Luganese, il Bellinzonese e la Riviera.
La situazione è oltremodo preoccupante e sottostimata. A livello federale il quesito è stato posto nelle Commissioni dei trasporti, il Governo ticinese ha segnalato all’Autorità federale i pericoli di questo progetto, anche i Comuni possono lanciare un segnale. La politica di trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia, sostenuta dal sottoscritto e da chi chiede di evitare l’isolamento del Ticino, deve cominciare a sud di Chiasso e alleggerire tutto l’asse autostradale ticinese. L’autostrada viaggiante Biasca-Rynächt rappresenta quindi una condanna definitiva per il Mendrisiotto e non solo.
Marco Romano, Consigliere nazionale PPD