L’autunno è dietro l’angolo, non manca quindi molto alla comunicazione dei premi di cassa malati per l’anno prossimo. L’estate ha già dato i primi segnali in linea con il passato recente: i premi, strettamente connessi ai costi globali della salute, continueranno a salire. Il peso maggiore lo porta il ceto medio: una famiglia di quattro persone paga circa 15’000 franchi di premi all’anno. Mentre le entrate stagnano, cresce la quota parte destinata ai costi della salute senza poter (non che lo si voglia!) beneficiare di aiuti statali nella forma di sussidi. Il budget familiare ne risente tanto quanto l’insoddisfazione nei confronti della politica incapace da decenni di realizzare riforme utili a modificare la tendenza.
Il sistema sanitario svizzero è d’eccellenza ma molto complesso. Non esistono soluzioni semplici e veloci. La situazione è tesa. Tutti gli attori del sistema, non solo il regolatore (la politica), sono fermi in attesa che siano “altri” a compiere un primo passo. Non è “tutta colpa delle casse malati”, è l’intero apparato a generare costi crescenti. Di conseguenza si è chiamati a pagare sempre più tramite premi e, senza accorgersene, tramite le imposte. La coperta è corta.I premi di cassa malati e i costi della salute sono indissolubilmente legati fra loro. Se i costi aumentano, crescono anche i premi. Inutile, quindi, pensare di migliorare la situazione intervenendo unicamente sul sistema delle casse malati o sui premi come propone la sinistra. Pericoloso è anche spingere, come fa la destra, sistemi a differenti velocità legati alla disponibilità finanziaria del singolo. Per frenarne la crescita è prioritario andare alla radice del problema: i costi globali del sistema.
L’evoluzione demografica e lo sviluppo tecnologico della medicina sono i principali fattori alla base dell’aumento, ma da soli non giustificano il considerevole incremento che viviamo da anni. È confermato da analisi scientifiche che circa il 20% dei costi – pari a oltre 6 miliardi di franchi! – potrebbero essere risparmiati a corto termine senza intaccare la qualità delle cure. Uno spreco ingiustificato di miliardi dovuto ad un uso eccessivo di medicamenti, al prezzo troppo elevato di alcuni medicinali, a terapie inutili, alla sovra-medicalizzazione, a interessi economici particolari e a dinamiche che incitano al consumo del prodotto sanitario piuttosto che alla moderazione. La responsabilità principale è di tutti i fornitori di prestazioni, mentre il conto è pagato dagli assicurati tramite premi e fiscalità.
Urge quindi mettere tutti gli attori del settore di fronte alle loro responsabilità chiedendo con rigore un passo indietro collettivo: casse malati, ospedali, medici, cantoni, case farmaceutiche e politica. Con un’iniziativa popolare, il PPD propone di introdurre a livello costituzionale un freno alla spesa: un approccio pragmatico e responsabile, fondato sulla simmetria dei sacrifici. Un meccanismo già conosciuto in altri settori, che di fronte a crescite di costi smisurate, fa scattare misure drastiche che impongono risparmi a tutti (!) i citati attori senza intaccare la qualità. Il margine di manovra esiste ed è miliardario, occorre il meccanismo giusto che chiami tutti alle proprie responsabilità.
Opinione pubblicata su La Regione, 19.08.2019