Ringrazio i presenti per aver accolto l’invito, la Città di Mendrisio nella persona del Segretario comunale Massimo Demenga per l’organizzazione e l’Accademia di Architettura dell’Università della Svizzera italiana per l’accoglienza in questo straordinario edificio.
Essere il Presidente della Deputazione ticinese alle Camere federali, per dovere di cronaca dal dicembre dello scorso anno, è un onore e un’esperienza arricchente. Una carica che a rotazione tocca a tutti. Si dirigono le riunioni dei dieci deputati ticinesi alle Camere federali (più la collega del grigione italiano) e si gestiscono i regolari incontri con il Consiglio di Stato, con i Consiglieri federali e i vari gruppi d’interesse. Si ha poi l’onore di vivere momenti ufficiali particolari. Tra cui, l’ultima settimana di agosto, questo incontro simbolico, nel proprio comune di domicilio, con colleghe e colleghi che ci hanno preceduto sotto la cupola di Palazzo federale, con il Governo cantonale e le autorità della regione.Ho espressamente voluto organizzare questo evento in questo nuovo edificio dell’USI, frutto del genio e della visione di Mario Botta, vero e proprio ambasciatore del Ticino nel mondo. Il focus è sulla presenza dell’USI a Mendrisio, ma ho chiesto di coinvolgere anche la SUPSI perché dal 2019 sarà pure insediata nella Città.
Il Teatro dell’Architettura, in generale la ventennale presenza universitaria a Mendrisio, mi dà spunto per il filrouge di questo mio intervento: centro versus periferia, un paradigma che si riferisce non sono solo a concetti spaziali. Un territorio è infatti una nozione politicamente neutra: diventa politicamente significativa in virtù dell’interpretazione e del valore attribuitigli da chi vi risiede e da chi lo definisce; le declinazioni sono molteplici.
L’USI, e dal 2019 anche la SUPSI, a Mendrisio rappresentano la centralità di questo nostro territorio e delle sue proposte. L’Accademia è un polo formativo di rinomanza mondiale. L’USI l’unico ateneo di lingua italiana fuori dai confini della Penisola. La SUPSI la Scuola universitaria professionale che a livello svizzero riesce a ottenere il maggior numero di finanziamenti internazionali. Non è nulla! Posta al centro tra il nord e il sud del continente, non solo geograficamente, anche culturalmente questa struttura con studenti provenienti da oltre trenta Paesi, assume una centralità che va valorizzata maggiormente. Faccio riferimento alla coscienza dei residenti, ma anche a chi gestisce e a chi investe in questo territorio.
Il concetto è traslabile al Ticino intero. Siamo periferia della Svizzera, ma una lettura diversa del territorio e il coraggio di fare, di realizzare progetti, ci permettono (e ci permetterebbero) di assumere una centralità ricca di opportunità e progetti. È una questione di attitudine e di volontà. Costruire piuttosto che marginalizzarsi, partecipare piuttosto che solo criticare. Lavorare sul presente e al domani, non solo chiedere un passato superato. A Berna ho spesso l’occasione di ripetere che il Ticino – di conseguenza la Svizzera – non finiscono a Lugano con il Ponte Diga di Melide. È una nostra scelta, essere al margine, o vivere e fare della nostra realtà periferica un centro. L’Accademia in questo senso ha vinto!
A Berna con la Deputazione ci impegniamo costantemente a difesa delle regioni periferiche e delle minoranze. L’italianità in Svizzera è minoritaria, ma ne è componente fondante. È la natura medesima del nostro Paese a generare periferie che godono tuttavia di pari autonomia e rispetto nei confronti dei centri. Occorre avere idee e progetti, realizzare piuttosto che solo criticare e distruggere.
Se penso alla regione e al Cantone che rappresento, gli esempi in linea con le citate USI e SUPSI sono numerosi. Realtà aziendali con interconnessioni mondiali, PMI d’eccellenza, centri ed eventi culturali di cui si parla nel mondo intero, poli di ricerca e formazione di fama globale, proposte turistiche con grande potenziale, una rete di trasporti moderna ed efficiente (con una rete celere ferroviaria da completare a sud), un tessuto sociale e culturale sintesi del nord e del sud che si incrociano. Nell’essere periferia, siamo centro. Il tutto in poco meno di 3’000 km2; un fazzoletto se raffrontato al contesto che ci circonda. Il mondo va sempre più veloce, le dinamiche cambiano e le tecnologie relativizzano le distanze, quindi gli spazi. Dobbiamo scegliere se volere essere solo periferia o se cogliere le opportunità date da tanta centralità già presente nella nostra quotidianità e svilupparle.
Quanto vale per geografia, cultura, economia e formazione, si ritrova anche nelle istituzioni. In Svizzera il sistema consociativo e la democrazia diretta, con il federalismo, non generano situazioni predefinite di centralità e marginalità. Un giorno si è al centro vincitori, alla prossima votazione/elezione al margine perché rimasti in minoranza; di fatto tuttavia mai esclusi e sempre indissolubilmente partecipi dello sviluppo quotidiano. Il federalismo dà centralità a ogni componente istituzionale del Paese. La democrazia diretta garantisce equilibri che evitano spaccature. Non posso non fare riferimento alla cultura politica e al dibattito pubblico, auspicando che non ci si faccia contagiare eccessivamente dalle tendenze polarizzanti (e bloccanti) in atto nelle democrazie circostanti. La moderazione è svizzera.
Ho il privilegio e l’onore di essere deputato alle Camere federali, di impegnarmi con passione anche a livello locale, di vivere intensamente il Paese. Ringrazio tutte le persone che rendono questo possibile, che mi sostengono e criticano costruttivamente, colleghe e colleghi con cui lavoro, non sempre della stessa opinione cerchiamo, nel rispetto reciproco, di dare il meglio per la Svizzera e per il Ticino.
Tutto questo non sarebbe possibile se non sentissi con me, in ogni momento la mia famiglia e gli amici più cari. La politica invade e pervade la vita familiare e il tempo libero, 7 giorni su 7, ma la politica non è tutto.
L’occasione, concludendo, mi è utile per manifestare senza indugio la mia intenzione – ritenuto il sostegno delle ticinesi e dei ticinesi – di continuare il mio lavoro a Palazzo federale postulando una nuova candidatura alle Federali del 2019 per un terzo mandato.
Un grazie a tutti i presenti. Un grazie a chi ha permesso questo evento. Un invito a volere lavorare tutti insieme per vivere e costruire “centralità” nel nostro essere periferia. W il Ticino! W il Mendrisiotto! W la Svizzera!
Intervento presso il Teatro dell’Architettura dell’Accademia di Mendrisio (USI) in occasione della Giornata del Presidente della Deputazione ticinese alle Camere federali, 29.08.2018