Mi fermo: dopo 12 anni di impegno in Consiglio Nazionale da ottobre sarà tempo di sviluppare altri e nuovi progetti

Mi fermo: dopo 12 anni di impegno in Consiglio Nazionale da ottobre sarà tempo di sviluppare altri e nuovi progetti2023-04-18T12:00:19+01:00

“L’essere umano deve sempre affrontare due grandi problemi: il primo è sapere quando cominciare; il secondo è capire quando fermarsi” (P. Coelho)

Gentili signore ed egregi signori,
care amiche e cari amici,

la democrazia di milizia svizzera vive ogni quattro anni di cittadine e cittadini che cominciano il loro percorso e di altri che si fermano. Chi lascia apre la strada a nuove persone e dinamiche.

Dopo dodici anni di impegno in Consiglio nazionale – un’esperienza straordinaria sotto tutti punti di vista – ho deciso che da ottobre sarà tempo di sviluppare altri e nuovi progetti.

Ho svolto il mio mandato con grande dedizione e passione. È stato un onore. Quanto vissuto è eccezionale. Rimarrò a vita riconoscente alle e ai ticinesi che mi hanno accordato per tre volte la loro fiducia elettorale. Al mio Partito, il Centro (già PPD), che non mi ha mai fatto mancare gli stimoli. E un pensiero di profonda gratitudine va alla mia famiglia, al mio compianto papà e agli amici più cari che ci sono sempre stati.

Nel 2011 non avevo ancora 30 anni. Fui eletto perché in molti avevano riconosciuto l’imprescindibile necessità di dare spazio a forze nuove. A distanza di dodici anni, appena varcata la soglia dei 40, resto convinto che l’attività politica sia una passione molto invasiva, ma stimolante. Ho sempre creduto nel sistema di milizia. Proprio vivendolo attivamente ho maturato questa decisione.

Dopo lunga riflessione e condivisione con mia moglie, sento l’energia e gli stimoli per scrivere nuove pagine della mia vita. Per consolidare il mio sviluppo professionale, per costruire e cogliere nuove opportunità, per dedicare con maggiore intensità tempo alla famiglia e alle figlie in piena età per scoprire questo mondo.

Guardo con grande rispetto agli anni vissuti a Palazzo federale. Dodici anni di lavoro nella Commissione delle istituzioni politiche che ho attualmente il privilegio e il piacere di presiedere. Quattro anni nella Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni, quattro nella Commissione della sicurezza e dodici in quella di Redazione. Vari ruoli di responsabilità all’interno del Gruppo parlamentare del Centro e in gremi parlamentari/istituzionali. Esperienze arricchenti, stimolanti e gratificanti, che nel sistema politico svizzero vanno vissute con la coscienza di essere di passaggio.

Ho reso quanto potevo a favore del mio Paese e del Cantone che mi ha dato la possibilità e l’onore di sedere nel Parlamento nazionale. Sempre con l’obiettivo di fornire un approccio concreto, fondato sugli argomenti e orientato alla costruzione di maggioranze.

Pieno di energia per scrivere altri capitoli della mia vita professionale, formativa e famigliare, sono contento e motivato nel portare a termine questo autunno il mio impegno politico attivo, ma non quello civico e sociale.

Con stima e riconoscenza,

Marco Romano

La Newsletter di Marco Romano – Riflessioni e informazioni dalla sessione estiva delle Camere federali2022-06-24T10:37:03+01:00

“Pensare è facile, agire è difficile, e mettere i propri pensieri in pratica è la cosa più difficile del mondo” (Goethe)

Gentili signore ed egregi signori,
care amiche e cari amici,

si è chiusa una sessione estiva delle Camere federali molto intensa: successi a coronamento di impegni costruiti nel tempo, ma anche complessità, e di conseguenza difficoltà, nel trovare approcci e soluzioni a due tematiche molto pressanti sulla popolazione. Il vortice della crescita dei costi della salute e le dinamiche inflazionistiche che sempre più schiacciano il ceto medio e le famiglie.

Sul primo tema, il Consiglio nazionale è entrato in materia su di un controprogetto all’iniziativa popolare del PPD “Per premi più bassi – Freno ai costi nel settore sanitario”. Urge l’introduzione nella Costituzione di un freno alla crescita: non appena i premi aumentano più rapidamente dei salari, deve scattare un meccanismo imperativo che costringa il Governo, i Cantoni, le assicurazioni malattia e i fornitori di servizi (medici, ospedali, settore farmaceutico, ecc.) a prendere immediatamente misure di contenimento dei costi. Il sistema è già praticato per contenere l’indebitamento pubblico e funziona. Solo fermando la crescita dei costi, senza intaccare la qualità e senza razionare, possiamo invertire la tendenza. Tutti devono fare un passo indietro. I margini di risparmio e di ottimizzazione ci sono: ecco il mio intervento nel dibattito.

In relazione al generalizzato aumento del costo della vita, in entrambe le Camere sono giunte proposte per ridurre a corto termine le accise che gravano sui carburanti. Ho sostenuto gli atti parlamentari, a corto termine possono generare sollievo, ma non sono sostenibili. Il costo per le casse pubbliche sarebbe stato miliardario, la dinamica dei prezzi della benzina è troppo opaca e distorta, e una riduzione fiscale non sarebbe andata a beneficio diretto dei consumatori. Per generare maggiore concorrenza ho proposto l’introduzione di un calcolatore dei prezzi più convenienti (clicca per vedere l’atto). L’auspicio è che il Consiglio federale l’approvi in tempi brevi: in Austria con questo sistema i prezzi sono scesi del 20%! Personalmente sono convinto occorra agire a livello fiscale a favore del ceto medio. Nella sessione di settembre il Gruppo del Centro-PPD chiederà l’adozione di misure straordinarie: un immediato adeguamento inflazionistico delle pensioni e un aumento del 30% del contributo federale per la riduzione dei premi di cassa malati, per un periodo limitato di un anno. Misure attuabili e dirette, realmente utili a colmare il rapido aumento del costo della vita, per tutte le fasce della popolazione.

Altro tema che mi ha visto impegnato è quello della lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso. Finalmente si sta prendendo a cuore la gravità del problema anche in Svizzera. A tutela della sicurezza interna, il Consiglio federale dovrebbe sistematicamente e preventivamente statuire un divieto di entrata per tutte le persone condannate in Italia per mafia e per gravi reati correlati. Nel contempo, per evitare che aziende legate a organizzazioni malavitose possano radicarsi in Svizzera tramite appalti pubblici, il Consiglio federale dovrebbe chiedere sia alle aziende partecipanti sia a quelle beneficiarie di subappalti che hanno la sede principale (casa madre) in Italia il certificato antimafia italiano ogni qualvolta partecipano a bandi pubblici federali e cantonali.

Il Consiglio nazionale ha infine approvato la mia mozione Il Ticino e la Svizzera non finiscono a Lugano. Integrare il Mendrisiotto nei collegamenti ferroviari a lunga percorrenza (IC).  Dopo un intenso lavoro di informazione e sensibilizzazione -con 102 sì, 71 no e 10 astenuti- una maggioranza delle colleghe e dei colleghi mi ha dato ragione. Nell’autunno si esprimerà il Consiglio degli Stati, le premesse per un successo ci sono, essenziale è che la regione e il Cantone si coordinino e si esprimano in maniera chiara e univoca.

L’estate è lanciata: ancora qualche settimana con impegni commissionali a Berna, maggiore tempo per il fronte professionale con la Fondazione IPT, l’onore di partecipare quale Presidente della Commissione delle istituzioni politiche alla Conferenza sull’Ucraina di Lugano con il focus sul ruolo dei Parlamenti nella ricerca di stabilità e nella ricostruzione, e poi finalmente…tanti momenti con la famiglia e gli amici!

Con gratitudine e stima, auguro a tutte e tutti voi buona estate!

23.06.2022

La Newsletter di Marco Romano – sessione Camere federali2022-03-28T10:56:33+01:00

Il male mette le radici quando un uomo comincia a pensare di essere migliore degli altri” (Madre Teresa)

Gentili signore ed egregi signori,
care amiche e cari amici,

rieccomi con la newsletter di fine sessione. Le tre settimane di lavori parlamentari primaverili si sono chiuse, come si erano aperte, con un momento di raccoglimento. La situazione ucraina è drammatica. Le immagini che ci giungono scavano nelle emozioni. Il quadro geopolitico è devastante per chi crede nei valori di libertà, rispetto, pace e democrazia.

In apertura, quale Presidente della Commissione delle istituzioni politiche ho presentato al plenum una dichiarazione di condanna e di richiesta di cessate il fuoco. Un intervento (clic per vedere il video) che mai avrei pensato di tenere nel mio impegno politico. Nei giorni seguenti, il Consiglio federale ha chiarito la posizione della Svizzera e sia le Istituzioni sia soprattutto la popolazione hanno avviato una risposta collettiva straordinaria all’afflusso di profughi. Sul tema il Nazionale ha tenuto un dibattito urgente per orientare il Governo e tutti gli attori coinvolti (il mio intervento a nome del Gruppo del Centro).

Una sessione non è solo attualità. A livello legislativo abbiamo avviato la revisione della Legge sulla circolazione stradale per aggiornarla agli sviluppi tecnologici in materia di circolazione: l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie di propulsione. La maggioranza vuole alleggerire le sanzioni introdotte sotto il famigerato cappello “via sicura”. La sicurezza stradale è essenziale, ma l’automobilista non va criminalizzato. Infine, abbiamo introdotto correttivi per proteggere gli enti di pronto intervento (polizie, ambulanze, pompieri): quando ogni secondo conta, e a priori non si sa quale sia la gravità della chiamata, chi opera per la sicurezza pubblica e la medicina d’urgenza deve potersi muovere, sempre con responsabilità e prudenza, senza lo spauracchio di una revoca della licenza per eccesso di velocità.

Al voto finale è passato il nuovo accordo Svizzera-Italia sulla tassazione dei frontalieri. Non sono soddisfatto di quanto ottenuto dai negoziatori elvetici, soprattutto in relazione al periodo di transizione. Nel dibattito ho chiaramente chiesto che se l’Italia non dovesse ratificarlo nell’anno corrente, la Svizzera disdica quanto in essere mettendo da subito in vigore la nuova regolamentazione.

Con un’interrogazione ho ripreso il tema dei rustici che vede l’Autorità federale porsi costantemente contro i Comuni e i privati ticinesi che vogliono investire sulle nostre montagne per preservare questi stabili parte della nostra storia; l’approccio di Berna deve cambiare. Con un’interpellanza chiedo al Consiglio federale di richiamare i Cantoni nell’ambito dell’insegnamento delle lingue, anche dell’italiano, a livello di scuola dell’obbligo; il plurilinguismo è a un bivio.

In materia di trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia sono stato relatore della Commissione dei trasporti. Siamo a buon punto: il 75% delle merci passa su rotaia. C’è ancora grande margine nel traffico interno e per ulteriori salti avanti a livello internazionale occorre spingere su Germania e Francia per migliorare le loro infrastrutture.

Torniamo quindi alla quotidianità professionale e famigliare in attesa della prossima sessione; particolarmente onorato e motivato in questo momento storico eccezionale. Spero vivamente che siano deposte le armi e che possa partire un processo di ricostruzione di equilibri democratici e di rispetto dei diritti umani. Un pensiero di solidarietà a chi soffre, grande stima per come sta reagendo la Svizzera!

Con stima e riconoscenza
Marco Romano

24 marzo 2022

La Newsletter di Marco Romano – Natale 20212021-12-29T13:22:21+01:00

“Da soli si va più veloci, insieme si va più lontano!”

Gentili Signore ed egregi Signori, care Amiche e cari Amici,
venerdì è suonata la campanella che ha chiuso la sessione invernale delle Camere federali. Purtroppo, la morsa della pandemia non molla. Le tensioni nella popolazione crescono, la preoccupazione è legittima, l’incertezza rende ogni decisione fragile, il mio auspicio è che la forza della collettività prevalga.

Di rilievo, nelle votazioni finali sono passate la riforma dell’AVS, essenziale per garantire la sostenibilità di questa essenziale assicurazione di fronte al pensionamento dei baby-boomer, e una nuova riforma della Legge Covid che permette di estendere gli aiuti (lavoro ridotto, sostegni ad aziende, sport, grandi eventi e cultura, disoccupazione, settore delle cure) anche al 2022.

Sono stato attivo su vari oggetti come relatore della Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni. Con la nuova Legge sulle ciclovie (clicca e trovi l’intervento/video), dopo l’approvazione popolare del nuovo articolo costituzionale nel 20218, la Confederazione si pone in maniera sussidiaria, rispettando l’autonomia cantonale, ma con il chiaro fine di costruire una rete di ciclovie, sicura e attrattiva, che abbia una logica e dimensione nazionale (in Ticino c’è tantissimo da fare!). Sempre nel rispetto dei Cantoni e della volontà locale, spesso sviluppata anche democraticamente, abbiamo respinto un’iniziativa parlamentare volta ad abbassare il limite generale di circolazione dai 50 km/h ai 30 km/h; una forzatura irrispettosa del federalismo. Abbiamo infine prorogato la Legge che permette alla Confederazione di elargire i sostegni finanziari a favore del trasporto pubblico che subisce fortemente le limitazioni dalla pandemia: milioni importanti per le varie aziende di trasporto e gli impianti di risalita.

Il Consiglio federale ha poi accolto il mio postulato per migliorare la rete di scambio di informazioni per la prevenzione e il rilevamento tempestivo di attività riconducibili ad organizzazioni criminali internazionali. Finalmente si parte anche in Svizzera: il radicamento nel tessuto economico e sociale, con ramificazioni internazionali, va sviscerato analizzando le attività economiche e finanziare con un potenziale collegamento alle mafie.

Con una nuova mozione chiedo che il Consiglio federale intensifichi i contatti con l’Italia affinché consideri anche progetti infrastrutturali transfrontalieri nel quadro del Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza (PNRR) appena varato. Investiranno circa 220 miliardi, vi sono opere essenziali anche per la Svizzera, in primis il Ticino. Penso a miglioramenti della rete ferroviaria nel nord Italia sugli assi che collegano Svizzera e Italia (non è possibile che sulla Chiasso-Milano si circoli a 40 km/h), delle capacità di mobilità combinata strada-ferrovia a favore dei frontalieri (park&rail) e della capacità di trasbordo delle merci dalla strada alla ferrovia. È un’occasione ghiotta, la Svizzera deve muoversi!

Nel nuovo anno assumerò la presidenza della Commissione delle Istituzioni politiche, un grande onore e un bello stimolo. Ogni sessione ha le sue dinamiche, ritmi intensi, ma il privilegio di dibattere e confrontarsi nella costruzione del nostro Paese. Tra l’altro il 6 dicembre ho ricordato il decimo anniversario dal primo giorno a Palazzo federale e il primo “lo giuro”. Dieci anni di straordinarie esperienze, successi e insuccessi, sempre riconoscente di poter svolgere questa attività privilegiata e stimolante. Un pensiero di gratitudine a chi mi sostiene e sprona, e ai miei cari.

Con stima e gratitudine, a voi e ai vostri cari, buon Santo Natale, auguri per un 2022 vincente e tanta salute in questo faticoso momento.

La Newsletter di Marco Romano – sessione autunnale 20212021-10-18T17:37:37+01:00

“La famiglia è il luogo in cui le menti entrano in contatto l’una con l’altra”  (cit. Buddha)

Gentili signore ed egregi signori,
care amiche e cari amici,

chi la dura, la vince…nel dicembre 2013 depositai un’iniziativa parlamentare per introdurre nel sistema delle assicurazioni sociali il diritto a un congedo per le famiglie che adottano un bambino al di sotto dei quattro anni. A distanza di otto anni, il 1° ottobre 2021, la proposta è finalmente diventata una legge approvata delle due Camere del Parlamento. Un congedo pagato di due settimane per tutte le famiglie che intraprendono questo encomiabile impegno di responsabilità e solidarietà, che necessita tempo, coraggio e risorse è diventato realtà! La soddisfazione è grande e fino all’ultimo è stato necessario lavorare per avere una maggioranza.

La sessione autunnale appena conclusasi mi ha anche visto attivo, quale membro della Commissione dei trasporti, nella veste di relatore (clicca per vedere il video) di Gruppo su di un progetto futuristico denominato “Cargo sous terrain”. Il progetto prevede di collegare nell’Altopiano siti di produzione e logistica con i centri urbani tramite gallerie sotterranee. In superficie, il trasporto finale delle merci di piccole dimensioni avverrà con veicoli ecologici contribuendo così a ridurre il traffico e il rumore. Le Camere federali hanno definito il quadro giuridico entro il quale potrà essere realizzato e poi messo in esercizio questo sistema logistico nel rispetto dei diritti dei privati, della tutela ambientale-territoriale e in un’ottica di coordinamento sovracantonale.

In materia di sicurezza interna, rispondendo a una mia interpellanza in giugno, il Consiglio federale ha finalmente ammesso che “dalle informazioni scambiate con partner esteri si è evinto che negli ultimi decenni la presenza e le attività delle organizzazioni di stampo mafioso in Svizzera sono state sottovalutate”. Un’affermazione molto preoccupante che mi ha portato ad intensificare i contatti con specialisti del settore, anche a livello internazionale. Da qui nasce un nuovo postulato che chiede di ottimizzare il sistema per rafforzare lo scambio proattivo e diretto di informazioni essenziali a rilevare tempestivamente attività riconducili alla criminalità organizzata internazionale, soprattutto di stampo mafioso. L’esperienza dell’Italia dimostra come il radicamento nel territorio – nel tessuto economico e sociale – necessiti di un approccio di sistema utile ad analizzare a livello locale e preventivamente attività economiche e finanziare con un potenziale collegamento alle mafie (creazioni di società, attività immobiliari, gastronomia, commerci, ecc.). La Svizzera deve cambiare ritmo su questo fronte, prima che sia troppo tardi!

Nelle tre settimane di lavori abbiamo preso decisioni molto rilevanti per la Svizzera italiana. Penso ai Canoni d’acqua che saranno mantenuti al valore attuale generando introiti milionari per il Ticino, soprattutto nelle regioni di montagna. Con una domanda e alcuni incontri diretti ho chiesto al Consiglio federale di risolvere il problema dei camion incolonnati in autostrada a Chiasso-Brogeda che troppo spesso generano disagi e pericolosi incidenti; già da ottobre le procedure doganali saranno adattate per mitigare il fenomeno.

Nel frattempo, siamo ormai a metà legislatura. Molto è ancora condizionato dalla pandemia, ma la Svizzera sta mostrando un’ottima ripresa. Le misure messe in campo sono notevoli (mai perfette, ma comunque performanti), il dibattito è vivo e le Istituzioni funzionano; in quest’ottica il 28 novembre è essenziale un SI alla Legge Covid (casi di rigore, disoccupazione, custodia di bambini complementare alla famiglia, operatori culturali, eventi) contestata da un referendum che, mescolando abilmente e ideologicamente varie tematiche, rischia di gettare al vento il grande pragmatismo mostrato fino ad oggi.

Maggiori informazioni sulla mia attività durante la sessione sul sito del Parlamento e su questo sito.

Grazie per l’attenzione, con riconoscenza.

Marco Romano

Il matrimonio per tutti e la tattica del salame2021-08-30T14:05:24+01:00

Perché dire NO al “matrimonio per tutti” in votazione il prossimo 26 settembre? Perché dietro a questa rivendicazione dI società (legittima, ma essenzialmente inutile, data l’esistenza dell’Unione domestica registrata) i promotori hanno infilato una liberalizzazione scriteriata dell’utilizzo della medicina riproduttiva. Fetta dopo fetta (la nota “Salamitaktik” federale), aperta questa via si arriverà all’utero in affitto e alla totale (e innaturale!) relativizzazione del genere del singolo.

Nel concreto, approvando il matrimonio per tutti si autorizza l’accesso senza limitazioni all’adozione e alla donazione di sperma per le coppie lesbiche. Una tale libertà non è data nemmeno alle coppie eterosessuali, mercifica la vita e apre le porte a successive rivendicazioni (utero in affitto) fondate sull’approccio semplicistico dell’eliminazione di discriminazioni, quando di fatto si paragonano realtà differenti tra loro per natura. E poi, perché due donne sì, mentre due uomini no? Il passo verso la maternità surrogata sarà rapidissimo; in tal senso sono già pendenti proposte che la esigono espressamente. L’articolo 119 della Costituzione è invece chiarissimo: la riproduzione medicalmente assistita è permessa solo in caso di infertilità o di rischio di trasmissione di una malattia grave. Classificare le coppie lesbiche come sterili va aldilà di ogni criterio medico, ed è contraddittorio con la stessa natura che impone delle differenze reali e complementari, essenza della pluralità umana.

Con l’Unione domestica registrata le coppie omosessuali dal 2007 godono di pari diritti rispetto alle coppie eterosessuali. Alcune piccole differenze tra il matrimonio e l’unione registrata rimangono solo nel diritto patrimoniale e in quello ereditario. Queste devono essere corrette nel quadro dell’Unione domestica. È evidente che introducendo il matrimonio per tutti non si mira ad eliminare tali differenze, ma a un cambio di paradigma abilmente mascherato. E meglio, dietro a una campagna fondata sui sentimenti che di fatto non necessitano (per fortuna!) di basi legali, e il contrasto virulento verso chi la pensa diversamente (quanta intolleranza da parte di chi chiede rispetto!), si vuole legalizzare “il diritto ad un figlio”, anche quando questo diritto va contro natura ed elimina il ruolo del padre. L’uomo viene usato come semplice donatore di sperma, anonimo e invisibile almeno fino ai 18 anni del figlio. A livello legislativo la paternità sparisce. Chi pensa al bene dei bambini? Alle domande e risposte dell’infanzia e dell’adolescenza sulle proprie origini, fondamentali per la crescita equilibrata? Una questione del tutto marginalizzata nel nuovo disegno di legge. L’interesse egoista degli adulti, dimentica lo sviluppo globale della società.

Non metto in discussione la varietà di modelli di famiglia esistenti. Nessuna forma è migliore, nulla è perfetto. Sia tra omosessuali che tra eterosessuali vi sono storie di felicità e momenti di sofferenza. Con questa riforma non si va tuttavia a migliorare questa pluralità di forme, ma a stabilire per legge che un desiderio di un figlio diventi un diritto, aldilà dell’interesse primario del minore.

Opinione pubblicata su Corriere del Ticino, 28.08.2021

La Newsletter di Marco Romano – sessione estiva 2021: retrospettiva2021-07-01T14:40:29+01:00

Le cose migliori si ottengono solo con il massimo della passione” (cit. Goethe)

Gentili Signore ed egregi Signori,
care Amiche e cari Amici,

il 18 giugno scorso si è chiusa la sessione estiva delle Camere federali. Il fulcro dei lavori parlamentari è stato il progetto di stabilizzazione dell’AVS con l’obiettivo di evitare un disastro finanziario a carico delle future generazioni. L’aumento dell’età di riferimento per le donne necessita di misure di compensazione solide (specialmente per i bassi redditi) e non di un approccio esclusivamente ideologico. Siamo lontani dal traguardo, tra le Camere sono ancora necessari correttivi utili a trovare una maggioranza parlamentare e poi popolare.

Accese sono state anche le discussioni sulle relazioni con l’UE dopo la recente cessazione delle trattative sull’Accordo Quadro. Finalmente è giunta una decisione solida (e lungimirante) del Consiglio federale. Le richieste e l’atteggiamento dell’UE rendevano impossibile un accordo che garantisse il rispetto della nostra sovranità, delle nostre istituzioni e della protezione delle nostre condizioni socioeconomiche (salari, stato sociale). Le differenze erano insormontabili ed è stato corretto non cedere. La Svizzera deve esigere discussioni/soluzioni che rispettino le palesi differenze tra la democratica e federalista Confederazione e la tecnocratica e centralista Bruxelles. La Svizzera ha tutti gli strumenti per gestire la fase di incertezza presente, rapporti costruttivi sono nell’interesse di entrambe le parti.

Nelle tre settimane di lavori, il Consiglio nazionale ha approvato un mio postulato per un Piano nazionale sull’educazione ambientale che avrà come scopo quello di armonizzare e impiegare con maggiore efficacia le grandi risorse pubbliche e private oggi messe in campo. Piuttosto che grandi proclami, lavoriamo con le nuove generazioni per rafforzare il rispetto per l’ambiente e l’uso parsimonioso e cosciente delle risorse.

Il Consiglio nazionale ha poi detto SI all’iniziativa cantonale ticinese “Strade più sicure” che ho difeso come relatore della Commissione dei trasporti. La legislazione stradale sarà modificata obbligando tutti i camion a dotarsi di moderni sistemi di frenata e controllo della guida per evitare incidenti drammatici come quelli vissuti sull’autostrada ad Ambrì nel recente passato.

Sempre sensibile alla tematica della sicurezza interna ho inoltrato due atti parlamentari per sollecitare le autorità federali ad agire con maggiore intensità in materia di lotta alla criminalità di stampo mafioso e alla cibercriminalità. Quale relatore della Commissione delle istituzioni politiche, che presiederò per due anni a partire da ottobre, ho ottenuto una chiara maggioranza a favore di una mozione che spinge il Governo a migliorare ulteriormente le basi legali per l’espulsione di stranieri criminali, soprattutto nel quadro del “turismo della criminalità” fenomeno ben noto in Ticino.

Su questo sito e su quello del Parlamento trovate ulteriori elementi.

Le recenti decisioni del Consiglio federale e lo sviluppo della pandemia nel nostro Paese sono presagio di un’estate dove tornare con forza a vivere la nostra normalità: mai priva di difficoltà, ma comunque libera da limitazioni imposte dalle Autorità. La pandemia a livello globale non ci mollerà facilmente e, memori della primavera 2020, è fondamentale che i vari uffici federali siano pronti a tenere in considerazione vari scenari che ho raccolto in un’interpellanza: “Vaccinata la Svizzera, la pandemia non sarà finita: basi legali, misure e strumenti per la gestione dei flussi di persone da e verso la Svizzera”.

Con stima e gratitudine, buona estate!

Prima che sia troppo tardi2021-05-17T09:01:03+01:00

Non da ieri, la Svizzera, come tutti i Paesi, è esposta al pericolo di attentati terroristici di varia matrice. Nel complesso disponiamo di un sistema di protezione nazionale efficace, ma negli ultimi anni sono emerse lacune soprattutto nelle misure di prevenzione attiva e di individuazione mirata di persone potenzialmente pericolose prima che si inneschino. La radicalizzazione può essere lenta con una escalation terroristica improvvisa. Gli esempi non mancano.

Per questo motivo Governo e Parlamento, in stretta collaborazione con i Cantoni, hanno varato nel settembre 2020 la nuova “Legge sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo”. Forze di sinistra hanno lanciato un referendum, a mio giudizio misconoscendo il reale sforzo di chi è impegnato in prima fila a prevenire situazioni che possono generare disastri.

Tocca ora al Popolo esprimersi il 13 giugno. La tematica non va banalizzata. La Svizzera eccelle per rispetto dello Stato di diritto, nella legalità e nella proporzionalità delle azioni. Nel quadro complesso odierno questo non deve tuttavia portare ad eccessiva passività, peggio ancora garantismo. Oggi, di fatto, la polizia può intervenire solo quando una persona ha già commesso un reato.

La nuova Legge contiene strumenti e chiare regole per individuare e controllare precocemente persone a rischio di radicalizzazione. L’obbligo di partecipare a colloqui e incontri regolari per verificare lo stato della persona. Divieti di incontro tra persone a rischio, o di frequentare luoghi nei quali si potrebbero generare dinamiche incontrollabili. Fino all’obbligo di restare in un determinato immobile o essere sottoposti a carcerazione preventiva prima di un allontanamento dal Paese. Misure preventive di polizia sono necessarie e opportune, nel rispetto della sicurezza collettiva, quando misure sociali e terapeutiche non permettono di escludere gravi rischi.

Misure forti, ma per talune situazioni necessarie. Grazie alla nuova Legge non ci sarà arbitrio. La proporzionalità della singola misura sarà sempre valutata a fondo. Per ogni caso specifico, dovranno sussistere indizi concreti e attuali di una minaccia terroristica; le misure meno severe devono rivelarsi inutili. Ogni decisione andrà limitata temporalmente e sarà possibile impugnarla dinanzi al Tribunale amministrativo federale. La residenza coatta necessiterà dell’approvazione di un giudice.

Misure preventive come queste sono già in vigore – con risultati significativi per l’ordine pubblico – in altri ambiti, ad esempio contro la violenza domestica e l’hooliganismo.

Prevenire è meglio che curare. La Svizzera non è un’isola fuori dal mondo. La Svizzera resta il Paese delle giuste misure e del compromesso. Proprio per questo, serve una Legge chiara che regoli queste misure utili alla sicurezza dello Stato. Per una Svizzera sicura, raccomando di votare SI il 13 giugno.

Iniziative disastrose per il settore agricolo2021-05-06T10:12:29+01:00

Il 13 giugno prossimo prenderemo due decisioni chiave per il futuro del settore agricolo svizzero. Arrivano al voto le iniziative “per una Svizzera senza pesticidi sintetici” e “acqua potabile pulita e cibo sano”. Due titoli limpidi, finalità nobili, ma i nuovi articoli costituzionali proposti, se approvati, genereranno un disastro per il settore primario e per l’approvvigionamento alimentare del Paese.

Entrambe le iniziative sono estreme. Impongono regole troppo strette in tempi troppo brevi. Siamo tutti (in primis chi vive della e con la terra) a favore di un’agricoltura sostenibile e per la massima protezione delle nostre acque. Come la natura, passo dopo passo, senza forzature, la politica agricola e ambientale svizzera da anni sta già facendo progressi enormi verso la sostenibilità. Con il “Piano d’azione nazionale dei prodotti fitosanitari” entro il 2027 si dimezzeranno i prodotti fitosanitari, con alternative a quelli di sintesi. In aggiunta sono in vigore la “Strategia nazionale contro le resistenze agli antibiotici (StAR)”, il “Piano d’azione per la promozione della biodiversità” e la “Strategia per produrre mangime svizzero sostenibile” con regole e obiettivi chiarissimi. A livello internazionale siamo all’avanguardia. Abbiamo acqua di pregevole qualità e prodotti sani e freschi, che permettono a numerose famiglie di agricoltori di vivere producendo nel nostro Paese; di fondo un microcosmo variegato con spazi ristretti, molteplici attività contigue e condizioni climatiche complesse.

Produrre senza l’intervento di prodotti fitosanitari genererebbe una diminuzione del rendimento di oltre un terzo. Meno quantità e varietà, imporrebbero di importare una maggior quantità di prodotti, soprattutto da Paesi meno attenti e responsabili della Svizzera, di fondo a danno dei consumatori. Ricordiamo poi che sempre più prodotti fitosanitari sono di origine naturale. La scienza e le nuove modalità di produzione, con tanti esempi anche nel nostro territorio, vanno nella giusta direzione: queste iniziative vogliono invece tutto e subito, una dinamica dannosa con risvolti pesanti per chi opera nel settore. Da qui anche l’essenziale presa di posizione di BIO Suisse che non sostiene i testi proposti.

Vietare ogni utilizzo e imporre rigidi divieti, come prevedono le iniziative, porterebbe la dismissione di parecchie attività e un aumento delle importazioni con il relativo impatto ambientale. Pensiamo all’importanza dei prodotti fitosanitari nella viticoltura per il mantenimento di vigne sane. Senza protezioni – mirate, limitate e rispettose di severi standard – crollerebbe la produzione con un aumento delle importazioni a discapito dei vini regionali.

Siamo sulla buona strada: non servono forzature, dobbiamo valorizzare la produzione agricola nazionale, evitando di dipendere dall’estero e consolidando le buone pratiche per dare un futuro sostenibile al settore primario e ai consumatori.

Opinione pubblicata su Corriere del Ticino, 05 maggio 2021

La Newsletter di Marco Romano – Buona Pasqua2021-04-03T15:25:03+01:00

“Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza” (Seneca)

Gentili Signore ed egregi Signori,
care Amiche e cari Amici,

a ridosso della Pasqua, raggiungo la vostra casella di posta elettronica con qualche informazione sul mio impegno parlamentare, accompagnata dall’augurio di poter vivere momenti di serenità.

La pandemia non ci dà tregua, la campagna di vaccinazioni e di test dà speranza per le prossime decisive settimane, ma nel complesso le difficoltà sono significative. La società, il sistema sanitario e l’economia vivono ormai da dodici mesi dinamiche imprevedibili, alle quali non eravamo pronti. Vogliamo tutti ritrovare “la normalità” e le conseguenze sui vari fronti diventeranno sfide importanti per i prossimi anni.

Durante la sessione primaverile che si è da poco conclusa – accanto a decine di atti legislativi e parlamentari discussi, approvati o respinti – le Camere federali hanno ulteriormente aggiornato la Legge Covid-19. È una legge quadro, in costante sviluppo, che funge da base legale per permettere alla Confederazione e ai Cantoni di gestire la pandemia e di andare in aiuto a chi è colpito dalle conseguenze economiche (settori chiusi, relative filiere, questioni sanitarie, media, cultura, sport, trasporti pubblici, frontiere, diritti politici e altri ambiti chiave). Il Parlamento ha approvato significativi aggiornamenti a favore dei casi di rigore e degli indipendenti: ulteriori 12 miliardi sono a disposizione e ora tocca ai Cantoni passare all’esecuzione con la distribuzione (prima possibile) dei mezzi stanziati per compensare le chiusure forzate e i relativi indotti mancanti su larga scala.

Essere riusciti a far passare una tale legge in due Camere che devono prendere decisioni convergenti in 12 giorni di seduta è stato un grande risultato. La democrazia Svizzera funziona, anche in tempo di crisi.

Il 13 giugno sarà poi il Popolo ad esprimersi in votazione perché è pure riuscito il referendum promosso da chi contesta tutto. Un SI sarà essenziale per non annullare ogni impegno in corso e lasciare il Paese senza un quadro normativo democraticamente sviluppato. Chi oggi lo contesta, non mi pare proponga alternative reali.

Grazie alla mediazione del Centro, la Legge ora statuisce anche chiaramente che “Il Consiglio federale si basa sui principi di sussidiarietà, efficacia e proporzionalità. La sua strategia limita il meno possibile e il più brevemente possibile la vita economica e sociale; a tal fine, la Confederazione e i Cantoni sfruttano in primo luogo tutte le possibilità offerte dai piani di protezione, dalle strategie relative ai test e alle vaccinazioni e dal tracciamento dei contatti“.

Durante la sessione ho preso la parola su vari temi, sia come relatore commissionale sia a nome del Gruppo del Centro-PPD portando soluzioni costruttive, piuttosto che negatività.

  • Il Nazionale ha approvato nettamente una mia mozione che impone al Governo di definire regole – doveri e diritti – unitarie per il telelavoro nell’amministrazione federale. Si facilita la conciliabilità lavoro-famiglia, si riducono le trasferte e il relativo impatto ambientale, e si sprona persone residenti in Cantoni periferici a volere lavorare per l’amministrazione federale. Il tutto quale spunto per il settore privato.
  • Il Nazionale ha approvato una mia mozione che esige uno sforzo supplementare ai Dipartimenti federali per un’equa rappresentanza di tutte le componenti linguistiche, nei vari livelli gerarchici. La macchina statale deve essere capace di capire e dialogare con l’intero Paese; oggi siamo confrontati ad un monolite svizzero-tedesco.
  • Ho depositato una mozione che chiede al Consiglio federale di digitalizzare tutte le chiamate d’emergenza. I numeri 117, 118 o 144 sono oggi spesso inaccessibili per persone sorde o con problemi di udito. Urge un’offerta senza barriere, con sistemi di videochiamata e/o chat; soprattutto tramite la telefonia mobile.
  • Con un postulato ho incaricato il Consiglio federale di presentare un rapporto che analizzi lo stato di avanzamento dei dossier di politica fiscale e finanziaria contenuti nella roadmap siglata dai Governi di Italia e Svizzera nel febbraio 2015. A distanza di sei anni di concreto vi è sì un nuovo Accordo sulla fiscalità dei frontalieri, ma i due Paesi hanno un impegno a risolvere anche la tematica delle blacklist discriminatorie e soprattutto dell’accesso ai mercati finanziari per gli operatori svizzeri; un elemento essenziale per centinaia di posti di lavoro in Ticino.
  • Con un’interpellanza ho rilanciato la discussione inerente gli abbonamenti a prezzi ridotti a favore degli studenti; le recenti decisioni della comunità tariffale nazionale sono penalizzanti per chi studia, ancor di più se vive nella Svizzera italiana.

Sul sito e nel mio profilo Facebook trovate altre mie prese di posizione e interventi.

Ringraziandovi per la vostra vicinanza, auguro a tutte e tutti voi una Buona Pasqua.

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